I Luoghi di Gino Morici tra arte e devozione civile: la pittura “politica” tra anarchia e fascismo, tra sublimi invenzioni e migrazioni del cuore
Eugenio Morici (Palermo 1901-1972), docente di Scenografia e Modellistica presso la facoltà di Architettura dell'Università di Palermo dal 1953 al 1972, ha saputo cogliere con estrema e originale sintesi i motivi classici dell’arte, coniugandoli con le più moderne istanze figurative provenienti da diversi paesi europei e interpretandole con sentimento innovatore, giungendo ad una autenticità ed efficacia espressiva singolare, esemplificata nella rappresentazione emblematica, variegata e originalissima dell'Hidalgo, personificazione estrema dell’humanitas classica nel suo divenire contemporaneo, irrequieto ed eroico insieme.
Apprezzato da registi quali Pietro Germi, esplicitò il suo talento realizzando scenografie, costumi e arredi per il cinema degli anni Quaranta, così contribuendo al successo di film girati in Sicilia, “manifestando la forte carica creativa di un artista inquieto e mai pago di sperimentare materiali e forme espressive”. Lasciò un forte segno anche nel teatro degli anni Cinquanta e Sessanta, realizzando scenografie per opere famose rappresentate nei più importanti teatri italiani oltre che dell'’Isola, come il Massimo di Palermo, il Bellini di Catania ed il Teatro Stabile di Palermo.
Artista eclettico e solare, “spensierato dissipatore della propria genialità”, abile e vivace inventore, disegnatore e creatore di automi e giocattoli, ebbe ruoli determinanti negli allestimenti artistico-pubblicitari delle Fiere di Palermo e Messina e nel 1958, per conto dell'Azienda Turismo di Catania, curò con successo la cerimonia di chiusura dell'EXPO di Bruxelles.
Nell’ambito dell’arte e della cultura siciliana del secolo scorso la figura e l'opera di Morici rappresentano l'identità e la memoria collettiva, costituendo un imprescindibile apporto di valori civili e di creatività, non solo artistica, dell'ultimo magnifico e generoso Hidalgo di Sicilia
Società Siciliana di Storia Patria - Salone Luigi Di Maggio, Piazza San Domenico- Palermo.
Nel 1926 Ernesto Basile invita il giovane Morici a decorare il Salone di rappresentanza “Luigi Di Maggio” della Società Siciliana per la Storia Patria, nei locali dell'ex Convento di San Domenico. L'artista dipinge Federico II e la sua corte imperiale in un “temperone” su tela di dimensioni monumentali che termina nel 1929. Il grande pannello decorativo manifesta le capacità e la forza figurativa dell'artista che delinea con intensità i volti, specie quello dell'imperatore Stupor mundi. Sullo sfondo disegna le strutture architettoniche di Palazzo dei Normanni, del campanile di San Giovanni degli Eremiti e del Palazzo della Cuba, con intenti di non realistico ma sognante valore civico, che testimonierà ulteriormente negli anni Cinquanta.
Accademia di Belle Arti, via S. Alessandro - Palermo.
Presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo Morici tiene la cattedra di Incisione dal 1932 al 1968, con una sospensione di due anni, dal 1934 al 1936, per accusa di antifascismo. Ripreso l'insegnamento, tiene anche, dal 1953 al 1972, la cattedra di Scenografia e Modellistica della Facoltà di Architettura. L'Accademia custodisce matrici, stampe e un automa raffigurante un cavallo ligneo, oltre ad altri marchingegni, autentica passione dell'artista-inventore.
Sede Centrale della Banca del Nisseno - Credito Cooperativo - ex Palazzo delle Poste di Caltanissetta, via Francesco Crispi – Caltanissetta.
Nel 1933 viene chiamato a realizzare l’apparato decorativo del Palazzo delle Poste di Caltanissetta, oggi proprietà della Banca del Nisseno, immobile dichiarato di interesse storico architettonico e vincolato con D.A. n. 6669 del 22.06.1989. Nel ciclo pittorico di raffinata concezione e di calibratissima esecuzione, vengono esplicitati con realistico effetto i variegati simboli dell’epoca, con perizia e qualità indiscusse. Con tenaci motivazioni, l’artista dipinge nel 1934 l’Allegoria dell'Italia, un olio su tavola di m.3,90x m.2,05, concepito per la Sala del Telegrafo, al primo piano dell'edificio, in un apposito spazio murale. Il dipinto allegorico, vincolato con D.D.G.n.585 del 26.03.2015, esalta la vocazione agricola e marinara dell'Italia, rappresentata con solido approccio iconografico,da una giovane donna che regge un littorio, seduta su una roccia prospiciente il mare solcato da due velieri. Ai lati due uomini manovrano un argano, un giovane regge un fascio di spighe e una donna sostiene sul capo un cesto d’uva.
Palazzo delle Poste di Agrigento, Piazza Vittorio Emanuele - Agrigento.
Nel 1935, per il pronao di ingresso del palazzo, l'artista realizza un grande mosaico policromo. L'opera, divisa in cinque pannelli quadrati (Trasporti Terra, Trasporti Mare, Posta Aerea, Radio e Telegrafi, Agrigentum), rappresenta la storia delle moderne vie di comunicazione, sormontate da un gigantesco San Cristoforo, protettore anche dei postali, ritratto mentre esce dalle onde con in braccio il Bambino Gesù, nel rispetto della più classica iconografia del Santo. La Città è raffigurata simbolicamente da tre torri e tre giganti.
Cappella dell'Ospedale Gian Filippo Ingrassia di Palermo, Corso Calatafimi – Palermo.
E' del 1936 l'affresco murale I Quattro evangelisti che si snoda ai lati dell'altare della Cappella dell'Ospedale Gian Filippo Ingrassia. La maestrìa pittorica dell'artista emerge nell'armonia delle tinte tenui, evanescenti e delicate. Nelle due sovrapporte quattro angeli in volo sorprendono per la leggiadria delle pose ed il raffinato drappeggio dei veli.
Casa della madre e del bambino “Maria Pia di Savoia”, Via Noviziato – Palermo.
La famiglia, un affresco quadrato che tratta il tema della maternità e dell'infanzia,viene realizzato nel 1937
Palazzo del Governo, Corso Vittorio Veneto – Ragusa.
Nel 1937, col pittore Pippo Rizzo e la collaborazione del giovane Gianbecchina e di Gaetano Sparacino, Morici decora la sala dell'Impero della Prefettura iblea con il monumentale affresco Allegoria dell'Impero romano, opera di notevole dinamismo e varietà cromatica.
Uffici Comunali di Palermo, Piazza Giulio Cesare – Palermo.
Nel 1937 dipinge grandi carte geografiche sulle pareti degli uffici del Comando dell'Aereonautica militare di Palermo, sede oggi dell'Assessorato Comunale alla Partecipazione e al Decentramento. Il tema “geografico” ritornerà alcuni anni dopo nell'arredamento e nella decorazione di casa Savona a Palermo, dove l'artista abbellirà la stanza dei bambini con gli stessi elementi geografici, stimolo all'apprendimento e ai viaggi della fantasia.
Hotel Villa Igiea, Salita Belmonte – Palermo.
Negli anni Cinquanta, a Palermo, è impegnato nella decorazione di numerosi locali pubblici, tra i quali il bar dell'hotel Villa Igiea, ristrutturato dopo i bombardamenti bellici che avevano distrutto l'arredo disegnato dal Basile e realizzato dalla ditta Ducrot. Lungo le pareti il geniale artista torna a manifestare il grande amore per la “sua” Palermo, dipingendone le Chiese ed i palazzi con suggestivo esito.
Palazzo Forcella De Seta, Foro Italico – Palermo.
Negli anni Cinquanta nel Palazzo Forcella – De Seta restaura alcuni mosaici preesistenti e ne crea di nuovi, riproducendo con efficacia figurativa sagome di fiere con canoni classicheggianti.
La Città dei Ragazzi, viale Duca degli Abruzzi, Palermo.
Nel 1956 il Comune di Palermo affida a Morici la progettazione e la direzione artistica dell'allestimento della Città dei ragazzi, un'opera dedicata all'infanzia all'interno del Parco della Favorita. L'artista realizza un compendio di ambientazioni fantastiche con mostri e animali immaginari ideati dall'amico Mario Pecoraino, suscitando l'entusiasmo dei bambini. La città fiabesca, dopo anni di chiusura, oggi è riaperta al pubblico.
Villa Pajno, Via Libertà – Palermo.
Nel 1957 , per la residenza prefettizia di Palermo, progetta una scala elicoidale in legno di notevole maestria anche esecutiva, consueta nei collaboratori di Morici che lo hanno riconosciuto come “uno di loro”.
Chiesa di San Michele Arcangelo, via Pipitone Federico - Palermo.
Nel 1957 l'artista progetta per l'abside esterno della chiesa di San Michele un grande pannello in ceramica, realizzato da Giovanni De Simone, raffigurante San Michele Arcangelo che sottomette il Male.
Chiesa di San Espedito , Via Garzilli – Palermo.
Decori interni (1960)
Aula Magna della Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo, Viale delle Scienze- Palermo.
Nel 1961, chiamato da un collega della Facoltà di Architettura, l'artista riprende l'attività di pittura murale svolta negli anni '30. Il soffitto del pronao d'ingresso all'aula è affrescato con eteree immagini di donne in tuniche classiche con in mano un frutto, una foglia, una farfalla, simboli delle scienze studiate nella Facoltà di Agraria. L'ampia scena (45 mq) che si dispiega nell'aula rappresenta il tema dell'agricoltura con l'affresco La terra e l'acqua.
Sala del Pubblico nella Ex Sede Centrale della Cassa di Risparmio (oggi Grand Hotel Piazza Borsa), piazza Borsa – Palermo.
Nel 1963, durante i lavori di ristrutturazione e modernizzazione della sede della Cassa di Risparmio in occasione del centenario della fondazione dell'istituto bancario, Morici decora la Sala del Pubblico dipingendo Il risparmio, un temperone di circa 30 mq. che rappresenta scene di lavoro arcaico, pastorale e contadino.
Chiesa di Santa Lucia al Borgo, Piazzale della Pace – Palermo.
Nel 1964 Morici è chiamato a decorare il catino dell'abside della chiesa del quartiere Borgo Vecchio di Palermo dove realizza un peculiarissimo esempio di lavorazione in olio su ottone che nel morbido drappeggio del mantello di Santa Lucia rivela ancora una volta la straordinaria sensibilità dell'artista.