Regione Siciliana
Assessorato dei Beni Culturali e della Identità Siciliana
Dipartimento dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana
Centro Regionale per la Progettazione
e per il Restauro e per le Scienze Naturali
ed Applicate ai Beni Culturali
 
     
Bulla Reggia e Scolacium
  24 ottobre 2013
 
 
Teatri antichi e aree archeologiche.
Conoscenza e valorizzazione.
Bulla Regia e Scolacium
 
È arduo ripercorrere in breve sintesi un’avventura culturale, relazionale, operativa che ha occupato l’Istituto con una coralità a lungo inseguita e talora difficilmente realizzata.
Pur tuttavia, ci sentiamo in obbligo, nel presentare quello che, in diverso ma affine ambito definiremmo un consuntivo scientifico, di esplicitare i passaggi salienti di un impegno che, anche a causa di imprevedibili eventi esterni, ha conosciuto battute di arresto ed improvvise accelerazioni. Il primo tema che si è dovuto affrontare è stato quello di una rivisitazione o piuttosto “un aggiustamento di tiro” in ordine alla salienza e/o peculiarità di uno specifico contributo
istituzionalmente assentito al Centro Regionale per la Progettazione ed il Restauro sul rapporto già avviato con altre realtà territoriali nazionali e transfrontaliere quali la Tunisia.
Ciò ha riguardato essenzialmente l’ipotesi progettuale, ai fini di una rifunzionalizzazione secondo il primigenio uso, concernente il Teatro antico di Palazzolo Acreide che diviene, in questa esperienza, il paradigma di un complesso efficace approccio al tema della valorizzazione di un monumento archeologico a vocazione chiaramente predeterminata.
In tale ottica si è scelto di enfatizzare, confrontandosi assai positivamente con le Agenzie formative di livello più alto, le Università degli Studi di Roma La Sapienza, Cosenza, Palermo, tutte le attività conoscitive e di diagnostica strumentale anche mediante l’uso di tecnologie innovative e l’altrettanto indispensabile, approfondita analisi di lettura dei dati, conseguenzialmente utilizzati a fini di valorizzazione.
Così come, in vista dell’assolvimento al quesito posto dal progetto, non ci si è accontentati di un’analisi storico-economicosociologica che non generasse uno specifico, concreto Piano di gestione da offrire al territorio ed agli organi di governo del medesimo quale attuale, effettivo strumento di governance per la crescita globale del territorio interessato.
Il principio della sussidiarietà orizzontale e verticale, a lungo dichiarato e propugnato quale cardine metodologico per l’esercizio della democrazia partecipata trova, dunque, in questa esperienza ipotesi applicativa, secondo stilemi e modelli organizzativi pertinenti e mirati, avendo preventivamente
conosciuto una efficace e propositiva interlocuzione con i soggetti portatori delle istanze tutte del territorio di riferimento.
Si coniugano così, idealmente due modelli di “rivoluzione culturale”: quello più propriamente politico-civile della Rivoluzione del Gelsomino e quello, certamente meno eclatante ed immediatamente sovversivo, di una partecipata condivisione di sostenibile valorizzazione del patrimonio culturale di un lembo della nostra Isola, patrimonio certamente identitario ma altrettanto certamente, non geograficamente conchiuso e conseguentemente  marginalizzato.
E del resto, per stirpe e provenienza, da un lato, e per processi secolarmente metabolici dall'altro, l’aggettivazione più propria di tale identità appare essere quella riferita ad un patrimonio, fertile ricchezza dell’intera umanità.
 
 
 
 

 





 

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