12/11/2019

 

I Branciforti principi di Scordia

 
 
Vivere e abitare da nobili a Palermo tra Seicento e Ottocento.
Gli inventari ereditari dei Branciforti principi di Scordia
 
arch. Stefano Biondo *
 
 
“Vivere e abitare da nobili a Palermo tra Seicento e Ottocento. Gli inventari ereditari dei Branciforti principi di Scordia”, è un progetto di ricerca che il CRPR ha in convenzione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo (28.06.2017). Il progetto, coordinato dall’architetto Patrizia Amico, dirigente responsabile dell’unità operativa Progettazione e Restauro, ha visto coinvolti gli architetti Luisa Chifari e Ciro D’Arpa cui si deve la ricostruzione storica fondata su fonti bibliografiche ed archivistiche. La pubblicazione che ne è scaturita, dallo stesso titolo, si è avvalsa dei contributi di Maria Concetta Di Natale e Gioacchino Lanza Tomasi. Il testo è edito dalla Palermo University Press per conto e con finanziamento dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (IDP Cap. 376528).
Il progetto di ricerca, presentato presso il CPR il 30 maggio 2018, si avvale anche di un database di oltre 7500 voci, che contiene tutti beni degli inventari della nobile famiglia siciliana compilati in un arco temporale che va dal 1611 al 1964. Il database, consultabile nel portale OADI (Osservatorio delle Arti Decorative in Italia “Maria Accascina”) e scaricabile nel formato XLS, consente la ricerca, rapida ed organizzata per categorie e sotto categorie dei vari oggetti, fornendo per ogni dato tutte le informazioni che rimandano alla originale fonte archivistica o bibliografica.
Il testo a stampa si compone di due parti. Nella prima parte, dopo la presentazione della famiglia Branciforti, nella sua complessa articolazione in vari rami, viene approfondita la linea dei principi di Scordia che inizia con Antonio, figlio di Ercole Branciforti, conte di Cammarata e duca di San Giovanni, e di Agata Lanza dei principi di Trabia, e finisce con Stefania, ultima non solo nella linea di Scordia ma anche di tutta la famiglia Branciforti. Si ricostruisce puntualmente la storia patrimoniale dei beni mobili di famiglia dal Seicento al primo ventennio dell’Ottocento con particolare attenzione a quelli che arredarono e corredarono la loro casa di Palermo: Palazzo Duca di San Giovanni, poi Branciforti di Scordia ed infine Lanza di Mazzarino. Questa dimora, sita in via Maqueda, è ancora oggi uno dei più grandi e rappresentativi esempi di abitazione nobiliare di Sicilia. Di questo palazzo, la ricerca ha chiarito tutte le diverse fasi costruttive e le trasformazioni che si sono succedute in un arco temporale che va dagli anni cinquanta del Cinquecento sino alla prima metà del Novecento. Di questo ultimo periodo Gioacchino Lanza Tomasi è un testimone diretto avendo abitato il palazzo che appartenne alla sua famiglia che, per vie ereditarie, è giunto agli attuali proprietari, i marchesi Berlingieri. Alla loro appassionata dedizione dobbiamo il suo ripristino agli antichi splendori.
Nella seconda parte del libro, partendo dalla disamina dei dati inventariali, il testo affronta per argomenti il tema centrale della ricerca, ovvero come si viveva e abitava a Palermo in una nobile dimora. La trascrizione degli inventari, il più delle volte compilati passando in rassegna di stanza in stanza tutti gli oggetti, ha consentito di ricostruire l’esatta disposizione dell’arredo in alcune precise date e dunque, nel loro complesso, la loro meticolosa comparazione ha permesso di verificare da un secolo all’altro l’eventuale cambiamento del gusto da parte dei committenti. I capitoli relativi agli arredi, ai corredi e alla diverse dotazioni presentano ed approfondiscono le principali tipologie di oggetti di uso nei secoli XVII e XVIII, con accenni significativi anche agli ultimi arredi dell’Ottocento. Questi, insieme a quanto di ancora originale si era tramandato nella dimora, furono messi all’asta nel 1964, documentata da un raro catalogo corredato da immagini. I guardaroba dei principi e i loro gioielli, particolarmente approfonditi per il Sei e il Settecento, offrono inoltre una testimonianza della moda di quei tempi. Sul tema dell’oreficeria vi è un contributo specialistico della professoressa Maria Concetta Di Natale. Infine altro argomento trattato è stato quello della convivialità a tavola.
Con i due supporti, il database e la pubblicazione, che si offrono alla consultazione senza presunzione di esaustività, si spera di fornire agli specialisti, un valido strumento di lavoro, e agli appassionati di storia un supporto di conoscenza che soddisfi la loro curiosità.
* Dirigente Responsabile del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro
 
 
Vivere e abitare da nobili a Palermo tra Seicento e Ottocento.
Gli inventari ereditari dei Branciforti principi di Scordia
 
 
 
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