19/11/2015

 

Mappatura delle piante ruderali

 
  Afferente alle attività di progettazione finalizzate alla conservazione dei Beni di interesse storico artistico e monumentale, e più in generale dei materiali lapidei esposti all'aperto, si riporta lo studio sulla conoscenza specifica delle piante ruderali, ivi insediatisi, al fine di definire un programma di interventi mirato al controllo delle piante e diversificato a seconda della pericolosità della specie.
Con questa consapevolezza e con l’intento di volere contribuire ad una corretta manutenzione programmata degli edifici monumentali della nostra città, il Laboratorio di biologia ha realizzato il progetto Mappatura delle piante ruderali sugli edifici monumentali del centro storico di Palermo.
Tale progetto vuole essere uno strumento scientifico per gli Enti di tutela dei Beni monumentali, sia di conoscenza che di attuazione della pratica manutentiva. Com’è ben noto il nostro centro storico è suddiviso nei quattro mandamenti Castellammare, Tribunali, Palazzo Reale e Monte di Pietà.
Lo studio ha avuto inizio nel Mandamento Castellammare, che dei quattro risulta essere il più antico, per poi proseguire negli altri tre. Questa prima fase ha costituito il progetto pilota, in quanto le indagini svolte nel mandamento hanno consentito di definire un metodo di studio originale, successivamente esteso agli altri tre. Finalità sono state rilevare le piante presenti sugli edifici monumentali del centro storico in funzione della loro presenza e invasività sul monumento, e pianificare un’adeguata metodologia d’intervento volta al loro controllo, diversificata a seconda della pericolosità della specie. Gli esiti degli studi sul Mandamento Castellammare sono stati oggetto di un seminario specifico, svoltosi presso il nostro Istituto nell’ambito della manifestazione Salvalarte. Pochi sono i riferimenti bibliografici in merito alla conoscenza cosi puntuale della flora ruderale dei monumenti di una città. A Palermo i primi studi sulla flora ruderale urbicola risalgono agli inizi del 900 a cura del botanico Cannarella; fra i più antichi contributi in merito alla conoscenza della flora urbicola sui monumenti, la letteratura cita alcuni lavori sulla flora del Colosseo e della città di Roma risalenti al 1879.
 
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