04/11/2015 |
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Villino Florio. Il restauro |
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NUOVE METODOLOGIE D'INTERVENTO PER LA RICONFIGURAZIONE FILOLOGICA
Ideato e progettato tra il 1900 e il 1901 da Ernesto Basile, su incarico della Famiglia Florio, il Villino Florio all’Olivuzza era di fatto un “padiglione di delizia” in mezzo ad un parco romantico, un luogo di ritrovo che ha visto tra gli illustri ospiti anche il Kaiser Guglielmo II.
La particolare costruzione non presenta i caratteri tipici delle altre austere abitazioni dei Florio presenti in città, ma costituisce un “divertissement” che, con il serraglio, il laghetto, la serra per le orchidee, il chioschetto siculo–normanno e il tempietto neoclassico, doveva rappresentare al meravigliato visitatore la grandezza e la magnificenza di una delle più potenti Famiglie italiane dell’epoca.
Come è noto, nel 1962 un incendio doloso ha distrutto quasi completamente gli interni e decoeso e annerito dal fuoco alcune parti del paramento murario esterno del Villino Florio; da quel momento vari progetti e interventi di restauro sono stati realizzati al fine del recupero di questa architettura fra le prime realizzazioni moderniste italiane, sino ai lavori di restauro a cura della stessa Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, finanziati nell’ambito del POR Sicilia 2000-006 - Asse II – Misura 2.01– Azione C- Recupero patrimonio culturale.
Con quest'ultimo intervento, si è affrontato il tema, complesso e problematico, del restauro filologico di un bene monumentale, giacchè sono stati riprodotti i ferri, i legni, la vetrata policroma e i tessuti andati distrutti nell'incendio del 1962, al fine di ricomporre l'armonia progettuale complessiva propria del Liberty.
Il metodo utilizzato, ricorrente ad un attento studio della documentazione fotografica e grafica esistente, all'utilizzo della nuova strumentazione informatica disponibile, nonché all'utilizzo di apparecchi meccanici ad alta precisione per la produzioni di parti lignee (i pantografi meccanici), ha permesso la riproduzione esatta delle parti e degli arredi ricostruiti.
Solo nel caso del grande ramage che si trovava applicato al soffitto dello scalone principale, rovinato anch’esso con il tetto nell’incendio del 1962 e di cui esiste solo una documentazione fotografica in bianco e nero, la mancanza di riferimenti progettuali relativi alla sua sezione ha portato alla necessità di approfondire la problematica della realizzazione con metodi scientifici nuovi ed avanzati.
Il progetto finanziato per un importo complessivo di 586.125,00 euro ha previsto:
- il restauro conservativo della copertura con tegumento in ardesia;
- il restauro conservativo degli elementi metallici della copertura;
- gli interventi conservativi sulle superfici lapidee esterne;
- la riconfigurazione filologica del ramage ligneo del soffitto dello scalone principale;
- il ripristino filologico del giardino storico.
La conservazione delle superfici lapidee esterne Gli interventi conservativi sulle superfici lapidee esterne dei prospetti hanno affrontato le problematiche legate alla loro esposizione diretta e continua agli agenti deteriogeni della vegetazione circostante e del contesto urbano di riferimento. Le superfici vengono continuamente interessate da processi di natura chimica e da meccanismi degradativi di origine biologica. Nel caso di villino Florio si riscontra la continua formazione sulle superfici lapidee di patine e stratificazioni di natura organica e di attacchi biodeteriogeni che provocano distacchi e disgregazione del materiale lapideo. Gli esiti di una accurata campagna di indagini scientifiche e l’esecuzione dei saggi eplorativi di restauro hanno determinato la scelta delle tecniche e delle modalità di intervento più idonee.
Gli interventi conservativi del tegumento in ardesia Il progetto di restauro per l'intero rivestimento in lastre di ardesia è stato del tipo conservativo con la principale finalità di restituire le originarie caratteristiche fisico-meccaniche e garantire il più idoneo aspetto formale, materico anche con l'adozione di materiali compatibili e reversibili.
Gli interventi di restauro hanno previsto una fase propedeutica di tipo diagnostico che ha comportato la verifica puntuale dello stato di conservazione, l'esecuzione di indagini scientifiche di natura chimico-fisica per la caratterizzazione del materiale costitutivo ed il riconoscimento delle alterazioni e dei degradi, l'esecuzione di indagini scientifiche di natura biologica per il riconoscimento delle alterazioni e dei degradi ed infine l'esecuzione di test esplorativi di restauro differenziati per la più adeguata definizione delle operazioni.
Gli interventi conservativi dei manufatti in metallo L’intervento di restauro ha interessato esclusivamente i manufatti decorativi e funzionali in”ferro” ricadenti sulle coperture del manufatto architettonico.
Le tecniche e le modalità di intervento adottate sono state individuate sulla scorta di una attività diagnostica che ha compreso una osservazione macroscopica puntuale delle superfici, una campagna di indagini chimico-fisiche e l’esecuzione di saggi differenziati di restauro. Sono stati effettuati interventi di pulitura differenziata, di inibizione di processi corrosivi, di fissaggio e stuccatura di fessurazioni e di parti fratturate, di riconfigurazione cromatica e di protezione finale delle superfici.
La riconfigurazione del ramage ligneo del soffitto dello scalone La riconfigurazione del grande ramage ligneo, andato perso nell’incendio del 1962, si è avvalsa di un attento studio della documentazione fotografica e grafica d'archivio esistente.
Tramite la realizzazione di un modello 3D, curato dall'IBAM CNR di Lecce, sono state verificate le dimensioni geometriche e quindi la sua corrispondenza all'originale perduto, base informativa necessaria alla successiva realizzazione del ‘modello reale’. Con l’ausilio di macchine a controllo numerico, sono stati riprodotti i moduli in legno di noce tanganica da assemblare e applicare al soffitto del vano scala.
Il ripristino filologico del giardino storico Il progetto si è avvalso di un preliminare studio storico del giardino e di una minuziosa ricerca di documenti grafici e fotografici. L'intervento è stato finalizzato al ripristino dei differenti profili del terreno, delle essenze, dei volumi, dei giochi di colore, delle spaziature e delle altezze. Oltre alla rideterminazione delle pendenze, delle pavimentazione dei viali e delle bordure delle aiuole e degli arredi decorativi rimasti, si è proceduto anche al ripristino delle vedute prospettiche del Villino, negate dalla crescita di essenze arboree non originarie.
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