05/11/2013 |
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Atti Convegno 13-15 ottobre 2015 |
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Convegno Internazionale sulla Protezione dei Beni Culturali dal Danno Sismico.
Mitigazione Sismica per le Collezioni Museali.
Atti del Convegno 13-15 ottobre 2010
Il Bene Culturale, eredità preziosa del passato, deve essere conservato e mantenuto perchè le generazioni future possano goderne. Questa azione di conservazione e recupero di quanto è giunto fino a noi non può che essere il frutto di uno stretto rapporto di collaborazione tra il mondo scientifico e quello della conservazione e non è pensabile potere raggiungere risultati soddisfacenti se vengono a mancare il confronto e la possibilità di verificare le soluzioni tecnologiche adottate. Ogni intervento sul Bene richiede infatti la conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione utilizzate che la Scienza moderna può aiutare a costruire in maniera rapida e non invasiva. Il Centro Restauro, strutturato in Unità di Ricerca, Laboratori Scientifici e Laboratori di Restauro, ha un duplice obiettivo: stimolare l’uso di nuove metodologie di indagine al fine di una maggiore conoscenza del Bene Culturale e, in caso di deterioramento dovuto agli effetti del tempo o a cause antropiche, eseguire le "diagnosi" e suggerire le "terapie" idonee al recupero e al restauro del bene indagato, attraverso l'apporto sinergico delle Unità Operative dell'Istituto ed in collaborazione con Istituti di Ricerca Universitari, mediante l'attivazione di specifiche convenzioni.
Un approccio interdisciplinare consente di sviluppare studi e ricerche sui materiali costitutivi dei beni culturali, sugli agenti che ne causano il degrado, per giungere all'individuazione di metodologie sempre più efficaci per la diagnostica del degrado e la conservazione preventiva del patrimonio culturale. Nell'ambito dell'accordo di programma triennale tra l'Amministrazione Beni Culturali e il J Paul Getty Museum di Los Angeles è stato previsto un Convegno internazionale sulla protezione dei beni artistici dai terremoti, la cui organizzazione è stata affidata al Centro Regionale Progettazione e Restauro. La fondazione americana e l'Assessorato siciliano nei mesi scorsi hanno firmato un impegno a collaborare nello scambio di informazioni, esperienze, progetti, organizzando mostre e conferenze nel l'ampio raggio della conservazione e tutela dei beni culturali tra lo Steri e Palazzo Montalbo. L'accordo intervenuto ben si inserisce nell'azione intraprese dall'Assessorato per il tramite dei Centro Regionale Progettazione Restauro denominata Carta del Rischio che, al proprio interno, ha sviluppato una specifica ricerca sul rischio sismico e sulle misure di prevenzione da porre in essere su territori che conoscono le presenze di beni culturali esposti sia pure in maniera diversificate a detto rischio. In questa prospettiva la "Carta del Rischio" rappresenta uno strumento idoneo per la definizione delle scelte di pianificazione, tutela e programmazione degli interventi. Nello specifico, essa analizza il patrimonio architettonico-monumentale nelle sue relazioni con il territorio, con un approccio che attribuisce loro il significato di insieme inscindibile. L'obiettivo è di valutare preventivamente il rischio di danni per i beni culturali, al fine di operare la prevenzione, anche attraverso il controllo dei fattori che possono agire negativamente con l'evoluzione conservativa delle strutture. Con questo approccio viene sostanzialmente ribaltato il processo di intervento tradizionale "a danno avvenuto" (ex-post), a favore di una logica di prevenzione e cura (ex ante), permettendo così una programmazione mirata, alla luce della valutazione della pericolosità territoriale e dei rischio individuale attinente il bene monumentale. Da Palermo giunge però un altra constatazione: fornire i "contenuti" di sistemi di protezione adeguati, non serve a molto se i "contenitori" non sono strutturalmente sicuri. Dopo l'ultimo terremoto a Palermo, il 6 settembre 2002, la Soprintendenza di Palermo ha potuto constatare che la mappa dei danni subiti dal patrimonio monumentale della città era perfettamente sovrapponibile a quella dei precedenti sismi del 1726 e del 1823, ovvero gli edifici più danneggiati erano, oggi come allora quelli costruiti lungo l'asse degli antichi fiumi Kemonia e Papireto. Per questo motivo è oggi ancora più urgente completare una mappatura completa degli edifici e dei siti a più alto rischio di vulnerabilità da eventi traumatici (terremoti, alluvioni), su tutto il territorio regionale. A questo progetto lavora già da alcuni anni il Centro Regionale di restauro che ha stilato una "Carta del Rischio" del Patrimonio Culturale ed Ambientale della Regione Siciliana, progetto finanziato con Fondi POR Sicilia 2000/2006.All'avvio dei rilevamenti, il numero complessivo di beni censiti su territorio isolano - architettonici, archeologici e musei moderni -, era di 4.100 circa. Tra il 2007 e il 2008 si è arrivati a 10.100. Complessivamente il rilevamento ha interessato 99 comuni (comprese le nove città capoluogo e tutte le sedi delle diocesi). Quasi tutti i beni di fascia bassa di rischio sono nelle province Enna e Caltanissetta. Quelli ad alto rischio sono invece distribuiti nelle altre province, anche rispetto all'altitudine dei luoghi, la cosiddetta "pericolosità antropica" (luoghi molto frequentati o visitati, per esempio è ad alto rischio il teatro greco di Taormina), la collocazione isolata in area agricola, la presenza di elementi di pregio o di beni o collezioni mobili notificate. Per ognuno di questi beni è stata redatta una scheda che si collega anche alla "buffer zone", la zona di influenza dell'intensità sismica. Una volta individuato sulla mappa il punto di partenza (l'epicentro o le coordinate), sulla Carta del Rischio si può impostare il raggio attraverso cui si intende effettuare l'area di ricerca dei beni presenti e dunque a rischio danno.
Guido Meli e Adele Mormino
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