16/09/2013 |
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il Palazzo Montalbo |
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Storia e trasformazioni architettoniche
Tra il 1567 e il 1590 fu realizzato, per volontà del viceré García de Toledo, il Molo Nuovo di Palermo allora appellato “ottava meraviglia del mondo”. Grande impresa ingegneristica che con la realizzazione del lungo braccio proteso sul mare, costruito a ridosso di Monte Pellegrino, configurava una più vasta area portuale per la capitale del regno di Sicilia. Sul versante settentrionale, lungo la via del Molo, oggi via dell'Arsenale, a partire dalla fine del secolo XVI iniziarono ad allinersi architetture di carattere pubblico, religioso e privato. Di questi storici edifici, a causa dei rovinosi bombardamenti del 1943, oggi restano l’imponente mole dell’Arsenale smirigliano, la Villa dei marchesi De Gregorio, l’ex Quinta Casa dei Gesuiti al Molo e l'attiguo Palazzo del Duca di Montalbo, oggi sede del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro.
Giovanni Maria San Martino - Ramondetto Trigona, barone di Campobello, deputato del regno, maestro razionale, pretore di Palermo, tesoriere generale della Regia Camera e maestro portulano del Regno, ottiene con privilegio dato in Madrid il 7 marzo 1710 la concessione del titolo di Duca di Montalbo, da cui la denominazione nobiliare del Palazzo. Con ogni probabilità il Duca trasformò ed ampliò le preesistenti strutture architettoniche in nobile dimora.
Il nucleo originario dell’edificio può identificarsi con il marfaraggio e si estendeva per l’intera superficie del piano terra coperto con volte a crociere e a botte tutt’ora esistenti, nucleo forse appartenente all’impianto della antica tonnara di San Giorgio che insisteva in prossimità del sito.
Nel corso del XVII, XVIII e XIX si registrano trasformazioni ed ampliamenti che determinarono la configurazione del Palazzo con corte, vasto giardino e casina di caccia. In particolare degli interventi sei-settecenteschi resta la preziosa testimonianza di due finestre sul fronte orientale, decorate con motivi rocaille. Eleganti mostre modellate nella malta a finta pietra, impreziosite da inserti di conchiglie, elementi lapidei e paste vitree, materiali adoperati nelle architetture ornamentali quali ninfei e fontane, ancora presenti in alcuni dimore nobiliari palermitane.
Le trasformazioni urbanistiche del XX secolo e la ricostruzione post bellica hanno privato il palazzo del suo giardino e, negli anni ’80 dello stesso secolo, anche dei corpi bassi e della cappella costituenti la corte, soffocando il palazzo con edilizia senza alcun pregio.
Il Palazzo presenta un ampio fronte rivolto verso il mare con due portali: quello di destra con fornice monumentale in sobrie forme neo classiche dà accesso alla corte interna, quello di sinistra realizzato ad imitazione del primo ma con ridotto ingresso arcuato immette negli ampi locali voltati del marfaraggio coperti dalla grande terrazza balaustrata. Dalla corte attraverso l’elegante portale lapideo si accede allo scalone d'onore in marmo rosso, con impianto planimetrico a croce. Al piano nobile si trovano gli ambienti di rappresentanza impreziositi da motivi tipici del repertorio del barocchetto siciliano, e nelle volte caratterizzati da inserti fitomorfici in ceramica smaltata.
Nel 1987 Palazzo Montalbo, nel tempo frazionato ed adibito a vari usi, è stato acquisito dall'Assessorato Regionale per i Beni Culturali, per essere destinato a sede del Centro Regionale per la Progettazione ed il Restauro. Il progetto di recupero, nell’intento di salvaguardare l’impianto distributivo congiuntamente alle preziose decorazioni, ha conciliato le funzioni del Centro che, oltre agli uffici, accoglie una biblioteca di settore, i laboratori di Fisica, Chimica, Biologia nonchè il laboratorio di Restauro, ed il Corso di Laurea Magistrale quinquennale abilitante a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali LMR02 in convenzione tra l’Assessorato Regionale BB.CC. e l’Università degli Studi di Palermo.
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